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Cronaca

Euribor ai nuovi minimi: «La liquidità è in eccesso»

di Mara Monti

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20 febbraio 2009


La fiducia sta lentamente tornando tra le banche e lo dimostra il tasso euribor sceso ai minimi storici dall'entrata dell'euro. In meno di cinque mesi si è passati dal punto massimo del 5,39% toccato lo scorso 9 ottobre 2008 all'1,9% di ieri per la scadenza a tre mesi. Stessa tendenza per le altre scadenze tutte sotto il 2% fissato dalla Bce: l'euribor a una settimana è sceso all'1,35%, e quello a sei mesi all'1,99%, il minimo dall'aprile 2004.
Dopo i mesi di passione per la mancanza di liquidità sui mercati monetari, le tensioni si stanno gradualmente allentando, accompagnate da una riduzione massiccia del tasso di riferimento fissato dalla Banca centrale europea. La conferma di questo clima più disteso viene dal presidente di Atic Forex, Giuseppe Attanà che venerdì aprirà i lavori del Forex, l'appuntamento annuale degli operatori finanziari che quest'anno si terrà a Milano: «Stiamo assistendo a un fenomeno opposto rispetto alla fase acuta della crisi, in quanto ora le banche si trovano a gestire liquidità in eccesso, quella stessa liquidità divenuta la spina nel fianco del sistema finanziario ma che ora ha ripreso progressivamente a circolare».
Siamo lontani dalle settimane in cui le banche centrali europea, americana e giapponese erano costrette ad iniettare masse monetarie nel sistema con l'obiettivo di mantenere oliati i meccanismi. Liquidità che gli istituti temendo di andare incontro ad ammanchi imprevisti, tenevano per sé, preferendo parcheggiarla nei depositi presso la Bce (attualmente trattati ad un interesse dell'1% contro un tasso di finanziamento del 2%): «Questo fenomeno ha provocato un trasferimento eccezionale di utili dal sistema bancario alla Bce – ha aggiunto Attanà – che per gli istituti di credito si tradurrà in un incremento dei costi di gestione della liquidità».
Un trend che sta nei numeri della Banca centrale europea: secondo quanto riportato sul bilancio consolidato al 16 gennaio 2007, i depositi ammontano a 281 miliardi di euro contro un solo miliardo iscritto a giugno 2007, prima dello scoppio della crisi dei mutui subprime. Esplose anche le operazioni di finanziamento, salite a 610 miliardi di euro da 150 miliardi dello stesso periodo dell'anno precedente. L'istituto di Francoforte ha cercato di disincentivare questa pratica che rendeva vana la sua azione. E all'ultima manovra monetaria, ha allargato il corridoio di intervento, rendendo più oneroso per le banche mantenere la liquidità depositata presso le casse della Bce. Anche la discesa dei tassi ha aiutato a ridare fiducia al sistema, diminuendo man mano il rischio liquidità. Ma è presto dire che il pericolo è scongiurato, perché ora incombe una nuova minaccia, il rischio Paese come i casi della Grecia, del Portogallo e l'ultimo dell'est Europa dimostrano. Si può intervenire preventivamente? «Serve una soluzione allargata – suggerisce il presidente del Forex – e per fare questo è stato costituito nell'ambito della Federazione bancaria europea un gruppo di lavoro per studiare le soluzioni». Tra queste, la creazione di un mercato dei depositi collaterizzati europei, come già avviene in Italia attraverso il Mic (mercato interbancario collateralizzato), ma si pensa anche all'introduzione dei certificati di deposito interbancario simili alla carta step (short term european paper) già in uso da numerosi istituti, soluzioni ritenute utili per rendere più flessibile il mercato monetario.
L'appuntamento di quest'anno del Forex sarà anche l'occasione per sancire la fusione tra le due associazioni degli operatori finanziari, l'Atic-Forex che conta 900 iscritti e Assiom con 1300 iscritti. «La fusione che ci consentirà di diventare la prima associazione al mondo per numero di iscritti, sarà operativa dal 2010 – ha precisato Attanà –. È una decisione che oltre ad essere coerente con i tempi, ci permetterà di avere una maggiore autorevolezza nei confronti delle autorità, fondamentale in questa fase in cui il mondo della finanza sta cambiando radicalmente».

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